Pratignano e il sentiero che non c'è
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Un sentiero cancellato dalle mappe, ma ancora capace di offrire intense emozioni e vedute.
Sentiero Poggiolforato - Pratignano
Il sentiero qui descritto è stato riaperto come sentiero CAI 341 (difficoltà EE) nel 2022. Il fascino non è cambiato, ma la segnatura e la maggiore manutenzione ne consentono ora una migliore percorribilità.
La scena del bacio fra la professoressa e lo studente è fra le più drammatiche del film e non lascia dubbi su quello che è successo durante la notte. Il bacio si consuma di prima mattina accanto al professore innamorato di lei che in quel momento dorme accucciato sul tavolo, ma nell'inquadratura successiva lo vediamo con gli occhi esterrefatti e spalancati testimoni dello scandalo.
Il film è "Una gita scolastica" di Pupi Avati girato nel 1982 e l'intensità emotiva dello sguardo del professore è restituita con agghiacciante realismo dalla grande interpretazione di Carlo delle Piane.
L'episodio è girato a Poggiolforato in provincia di Bologna, a Mulino del Capo, una struttura architettonica inconfondibile per via della grande architrave di castagno incurvata in modo bizzarro. L'edificio tipicamente appenninico è ancora identico alle inquadrature del film ed è proprio da lì, all'ombra di quel terribile bacio, che parte il nostro itinerario per raggiungere il Lago di Pratignano.

La storia che mi lega a questo sentiero è intima e particolarmente cara e devo in gran parte a questo itinerario l'iniziazione alle lunghe escursioni solitarie e l'amore incondizionato che provo verso i segreti dell'Appennino. È anche una storia emblematica che rappresenta il destino di un territorio che soffre di bellezza non banale.
Poggiolforato e Pratignano sono infatti due luoghi fantastici, imperdibili, collegati fino ad un recente passato da un sentiero CAI che li connetteva con una strabiliante veduta dall'alto della Valle del Dardagna inerpicandosi sullo scosceso versante dei Monti della Riva.

Questo sentiero meraviglioso entrava anche negli itinerari ufficiali del Parco ed in molte tabelle turistiche sparse qua e là, e in rimanenze di pubblicazioni dei centri visita, lo ritroverete ancora. Ad un certo punto della sua storia fu chiuso da una stupida ordinanza come se la montagna da un momento all'altro dovesse cadere in testa agli escursionisti.
Da allora non fu più ufficialmente manutenuto e piano piano sparì da tutte le carte geografiche del territorio. Il risultato, dopo anni, è che l'ordinanza è scaduta ed il sentiero è ancora lì senza che la montagna lo abbia inghiottito.

Il sentiero parte quindi da Poggiolforato, un piccolo paese ancora carico di testimonianze della cultura appenninica e di storie che sono poco più che un'eco nella memoria. A partire dal suo nome "poggio forato" che deriva da un'opera titanica di deviazione delle acque del fiume Dardagna realizzata a cavallo fra il 1200 e il 1300. Quest'opera ingegneristica deviava le acque del fiume strappandole ai modenesi. Questo perché l'acqua era l'energia motrice di Bologna allora capitale della filatura nel mondo grazie a suoi innumerevoli mulini.
A Poggiolforato noteremo anche dei comignoli di forma particolare, con una testa scolpita in alto. Questa usanza architettonica ancora oggi praticata è l'eco di antichi culti delle popolazioni celtiche che vivevano questi monti prima della sconfitta ad opera dei romani. Tito Livio infatti ci racconta nei dettagli di questa tradizione appenninica di amputare la testa del nemico e di esporla all'ingresso degli accampamenti come segno benaugurale. Nel fitto del bosco, passando accanto al mulino, ci sembrerà così di essere scortati da tanti occhi e forse sono proprio le anime di quelle teste mozzate, di quegli antichi guerrieri a vegliare ancora oggi sul nostro cammino.

Il Lago di Pratignano è una perla di incredibile bellezza nascosto dai Monti della Riva dell'Appennino modenese. Non è un lago come tutti gli altri, è un lago che muore e muore lentamente di morte naturale. Ci vorranno ancora secoli, ma il suo destino sarà quello di trasformarsi in torbiera, poi interrarsi e scomparire del tutto. È forse per questo ineluttabile destino che rimaniamo colpiti da quella inspiegabile sensazione maliconica e poetica quando lo raggiungiamo.

Il Lago di Pratignano è anche un crocevia di sentieri e di paesaggi. Arrivati al suo cospetto saremo storditi dalla varietà dell'ambiente: spaziosi pascoli di erba verde su cui in primavera è possibile camminare scalzi, boschi che nascondono alberi secolari, le acque ricche di gracidare di rane che proteggono una rarissima pianta insettivora chiamata drosera rotundifolia, pareti vertiginose e sopra di noi il Naso di Zuffa o Becco d'Aquila, uno sperone roccioso che si slancia nel vuoto e da cui possiamo dominare tutto il paesaggio circostante.
C'è infine una piccola grotta, Tana delle Fate, che nasconde altri misteri ed altre leggende come quei bagliori notturni che si osservavano a valle proprio all'imboccatura dell'anfratto.

Percorrere oggi il sentiero di Poggiolforato è così un viaggio nel tempo, mancano i costanti interventi della manutenzione turistica e pertanto è da considerarsi un itinerario piuttosto difficile ed esposto destinato a chi non soffre di vertigini ed ha una certa di esperienza di cammino in montagna, EE per dirla con un grado di difficoltà.
Forse, ma non ne possiamo essere sicuri, avremmo anche la fortuna di trovare il percorso segnalato, un anno con tracce rosse, un'altro con tracce blu a seconda della mano misteriosa che di tanto in tanto si prende ancora cura di questo passaggio.
Informazioni
2,0 km | No |
472 m | 1305 m |
4 m | 828 m |
2-3 h | Sì |
Difficile | No |
N 44.166 E 10.831 | |
Cosa significa? |
Si tratta di un itinerario non manutenuto con due brevi tratti esposti, adatto ad escursionisti con esperienza.
Il sentiero consente di creare vari itinerari ad anello, fra i quali il magnifico rientro dalle Cascate del Dardagna e Madonna dell'Acero.
Si parte dal Paese di Poggiolforato lasciando l'auto in uno dei due piccoli parcheggi. Mulino del Capo si raggiunge dall'unica strada asfaltata in discesa che parte di fronte alla fermata del bus. Il guado del Dardagna avviene su un bel ponte di legno poi inizia l'avventura.
Periodi consigliati: da primavera ad autunno evitando i momenti piovosi che possono rendere insidioso il sentiero.
Acqua sul percorso: in partenza a Poggiolforato e a metà del sentiero. Le fonti segnalate in varia mappe al lago sono a carattere temporaneo.
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