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Sentieri anarchici

Tramonto e luna piena con la neve al Corno alle Scale
Luna e tramonto al Corno

Può la presenza di un impianto chiudere i collegamenti di sentiero? Pare proprio di sì. Qui scopriremo due itinerari alternativi che evitano le piste del Corno alle Scale.

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La Situazione

Nelle ultime due stagioni diversi escursionisti e scialpinisti sono stati respinti dalle forze dell'ordine, a quanto pare anche con modalità non propriamente ortodosse, nella pratica della loro passione nel tentativo di raggiungere il Lago Scaffaiolo o il versante modenese lungo le normali vie escursionistiche da sempre percorse in tutte le stagioni invernali.

Modalità e polemiche a parte il predisporre attraversamenti e passaggi lungo le piste da sci è una facoltà del gestore e di fatto, non essendo ad oggi né organizzato né segnalato alcun varco, vige il divieto di attraversamento e percorrenza delle piste salvo casi di estrema necessità. La normativa non lascia dubbi e la stessa gestione delle piste deve affrontare responsabilità e procedure di non immediata soluzione.

Purtroppo esiste molta confusione in merito e noi stesse guide ci siamo trovate a dover deviare dai percorsi abituali per non incorrere in sanzioni ricevendo però informazioni non coerenti dalle stesse forze dell'ordine e dagli operatori locali. Siti web istituzionali , ad esempio, consigliano proprio un itinerario, il sentiero 329 verso Le Malghe, investito da questo divieto.

Le piste da sci interferiscono con i principali sentieri del territorio chiudendo di fatto agli escursionisti le vie di accesso a mete classiche come ad esempio la vetta del Corno alle Scale, il crinale tosco-emiliano, il Lago Scaffaiolo, i Monti della della Riva.  Luoghi paradossalmente vanto delle amministrazioni locali non sono così più raggiungibili via sentiero a causa dell'interferenza con le piste dei sentieri 333, 329 e 335 anche se per brevissimi tratti.

Il problema esiste da molti anni ed il CAI con alcune realtà hanno nel tempo presentato bozze di possibili soluzioni. Solo negli ultimi periodi però abbiamo avuto esperienza di improvvisi interventi delle forze dell'ordine e minacce di verbali raggiungendo di fatto un divieto generale mai sperimentato prima nonostante una legislazione specifica in vigore dal 2003.

Viene quasi il sospetto che l'escursionismo e lo scialpinismo siano considerate attività di serie B, dei fastidi che non pagano il biglietto comodi solo quando la neve per garantire il funzionamento delle piste non c'è. Una visione molto miope che rinuncia alla sinergia fra due modalità di turismo oggi entrambe molto importanti. Ma stanno davvero così le cose?

In seguito alla prima stesura di questo articolo ho avuto modo di confrontarmi con uno dei soci del comprensorio e tengo a segnalare che la nuova gestione piste è propositiva e ben consapevole del problema. Attualmente sono in essere tavoli di incontro con numerosi soggetti coinvolti (comprensorio, professionisti, enti locali, regione, prefettura, soccorso alpino, CAI) per arrivare ad una soluzione definitiva.

La soluzione

Come spesso accade una soluzione viene dal basso. In questo caso con l'energia personale di alcune guide del territorio coadiuvate poi da alcuni interventi eseguiti dall'Ente Parchi, il benestare del Comune di Lizzano in Belvedere, il supporto dei Carabinieri Forestali e la disponibilità del gestore per una adeguata segnalazione. Il risultato sono due tracciati che evitano i punti critici fin qui segnalati.

Il rovescio della medaglia è che in questa fase non si tratta di sentieri veri e propri, ma di passaggi alternativi nel bosco che, sebbene segnalati da fettucce, sono più adatti ad escursionisti con esperienza. Sono infatti presenti alcuni tratti ripidi e potenzialmente esposti.

Un altro svantaggio è che in condizioni di scarso innevamento o di scioglimento la percorrenza con le racchette da neve potrebbe essere impossibile obbligando a percorrere dei tratti su terreno fangoso e scomode manovre di trasporto ciaspole nello zaino.

Il consiglio è quindi di valutare sempre l'uso di una guida soprattutto in condizioni di scarsa esperienza.

Come si vede dalla mappa i percorsi proposti, di colore verde, non intersecano mai le piste limitandosi, in alcuni casi, a costeggiarne brevissimi tratti all'esterno.

Dal punto di vista escursionistico offrono qualcosa in più rispetto alle vie normali in quanto la vista degli impianti funzionanti, che oggettivamente non è proprio bella, è ridotta al minimo in favore di viste di bosco e di inediti scorci del territorio.

Le direzioni di percorrenza consigliate sono verso monte per la "variante alta" e verso valle per la "variante bassa", anche se entrambe le direzioni possono comunque essere utilizzate.

Teniamo però presente che la "variante bassa" è tecnicamente più impegnativa ed esposta rispetto alla "variane alta" ed in caso di neve "difficile" e senza una buona base di esperienza di escursionismo è sconsigliabile percorrerla.

Al momento della scrittura di questo post entrambi i percorsi sono segnalati da fettucce bianco-rosse, una soluzione certamente provvisoria e non stabile. Nella realizzazione sono inoltre stati effettuati alcuni interventi di taglio rami e predisposizione di una piccola passerella per agevolare il transito eseguiti dalla Cooperativa Reno e autorizzata dall'Ente Parchi.

A rischio di ripetermi ricordo ancora che non si tratta di sentieri, ma di passaggi nel bosco con un terreno più irregolare rispetto ad un normale cammino: in particolare nella "variante bassa" il fondo si presenta inclinato e ripido. Si tratta in ogni caso di bellissime innovazioni, ma da considerarsi più adatte ad un escursionista esperto.

Variante Alta

Fra le due soluzioni è il percorso più semplice e permette di connettersi in breve tempo all'abituale sentiero 329 per poi raggiungere le Malghe, il crinale ed il Lago Scaffaiolo. In quest'ultimo caso se poi si vuole procedere verso la seggiovia ricordiamoci comunque che nelle piste non si può entrare ed occorre rimanere all'esterno dei pali di delimitazione.

Parte dal Centro Servizi, la biglietteria, costeggia prima il locale "Baita del Sole" poi in corrispondenza del "Noleggio 2G" svolta a sinistra ed entra nel bosco in salita. 

Dopo poche decine di metri le fettucce indicano una via piuttosto ripida che consiglio di ammorbidire passando sulla destra senza aggiungere ulteriori difficoltà seguendo la traccia GPS fornita.

Il percorso si snoda quasi interamente nel bosco con un piccolo guado di un fosso che non dovrebbe presentare problemi. L'ultimo tratto è scoperto e sbuca in corrispondenza del vecchio cartello giallo "10 Skiroute" sulla strada forestale delle Malghe, sentiero CAI 329.

Da qui si aprono poi, condizioni di neve permettendo, diverse possibilità per raggiungere il crinale, ma anche la testata della Val di Gorgo, le sorgenti del Dardagna, nel territorio modenese.

La variante è agevolmente percorribile in entrambe le direzioni.

Variante Bassa

E' senza dubbio la più interessante dal punto di vista ambientale per via di un inedito attraversamento di un impluvio del fiume Dardagna, anche se presenta una difficoltà tecnica maggiore.

Verso valle inizia quando il sentiero 333 incontra la pista da sci. Poco prima della sovrapposizione entra nel bosco a sinistra rimanendo parallelo alla pista che risulterà quasi invisibile. Al secondo incrocio con la stessa pista riprende per poco l'originale tracciato del 333 per deviare quasi subito a destra in un tratto ripido ed un po' esposto.

Questo è il tratto più impegnativo che in condizioni di neve dura potrebbe creare difficoltà anche ad escursionisti con esperienza.

Terminata la breve e ripida discesa si attraversa su un piccolo ponticello di legno il tratto del Dardagna, superato il quale è possibile ammirare i primi salti d'acqua del fiume famoso per le sue cascate. Si tratta di un punto molto interessante, mai raggiunto prima dalla rete sentieristica; attenzione a non sporgersi!

Dopo questo punto panoramico si torna a costeggiare un breve tratto di pista separati dalla sua rete di protezione ed inizia poi un'altra discesa terminata la quale si torna a salire fino a raggiungere la strada asfaltata in corrispondenza del segnale di "divieto di transito,180 m".

Gli ultimi metri per raggiungere la strada asfaltata potrebbero comportare qualche difficoltà a causa dell'accumulo di neve causato dai mezzi spazzaneve, per ovviare al piccolo problema si sta cercando di sensibilizzare gli Enti interessati per rendere più agevole i passaggio.

Il percorso è percorribile in entrambe le direzioni, ma per la salita verso il crinale aumenta di un centinaio di metri il dislivello complessivo, per raggiungere il versante modenese ed i monti della Riva è comunque il tragitto più conveniente.

Il tratto ripido e tecnico in prossimità del ponte presenta difficoltà in entrambi i sensi di percorrenza pertanto raccomando la massima prudenza e valutazione della propria esperienza e capacità. In caso di dubbi meglio rivolgersi ad una guida. Sulla traccia GPS ho indicato questo tratto con un waypoint specifico.

Download

Scarica le tracce GPX dei sentieri:

Variante Alta

Variante Bassa

Ringraziamenti

Queste varianti che evitano di entrare in contatto con le piste da sci sono nate grazie allo sforzo di alcune guide che hanno dedicato energia personale e sforzi di perlustrazione e progettazione nonché impegno per contattare ed avvisare istituzioni locali fra cui il Parco che ha messo anche a disposizione manodopera specializzata per costruire la piccola passerella, sfoltire tratti di vegetazione e per fettucciare le tracce.

In particolare gli ideatori e promotori delle varianti sono Gianluca Maini di Cooperativa Madreselva, il Rifugio CAI Duca degli Abruzzi, e Fabrizio Borgognoni di La Viottola.

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