Monti Giovo e Rondinaio | AppenninoBlues racconti di Appennino

Monti Giovo e Rondinaio

Anello Giovo, Lago Santo, Lago Baccio, Rondinaio

Un viaggio nel tempo cercando la presenza di Ercole, Annibale e dei longobardi in alto Appennino modenese fra i monti Giovo e Rondinaio ed i laghi Santo e Baccio. 

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Poco importa se gli studiosi fanno risalire il nome Monte Giovo non al Dio dell'Olimpo, ma a giogo, catena di monti. Lo testimonierebbero, dicono, i numerosi toponimi locali inconciliabili con l'unicità del più grande fra gli Dèi: Giovo, Giovarello, Foce a Giovo.

Quando si è in cammino, però, la fantasia regna sulla realtà e l'ipotesi di Giove non diventa solo la più credibile, ma l'unica possibile. Così anche il nome del Monte Rondinaio richiama il volo dei rondoni ed infatti in questo itinerario letteralmente voliamo verso la divinità. E che dire del Monte Altaretto che si trova poco prima della vetta principale?

Circo glaciale del Giovo Rondinaio
Circo glaciale del Giovo Rondinaio

Come se non bastasse i monti delle rondini sono due: il Rondinaio vero e proprio, posato sulla linea di confine, sullo spartiacque fra i due grandi mari d'Italia ed il Rondinaio Lombardo, avamposto e baluardo verso le pianure, verso il territorio dei lombardi o longobardi.

Non a caso possiamo vedere dall'alto il paese di Rotari, un borgo che porta lo stesso nome del sovrano germanico che estese il dominio delle genti nordiche su queste montagne. Siamo infatti nella valle del Torrente Tagliole, altro nome in grado di attivare la fantasia, principiale ramo idrico dello Scoltenna. E proprio la battaglia dello Scoltenna sancì la vittoria di Rotari.
Coincidenze? Forse.

Vetta del monte Altaretto, Alto Appennino modenese
Vetta dell'Altaretto

Monti Giovo, Rondinaio, Rondinaio Lombardo, Altaretto, Laghi Santo e Baccio, Campi di Annibale, Rotari e l'onnipresenza appenninica di un Monte Nuda. Con questi nomi l'unica possibilità che ci è data è quella di percorrere un itinerario entusiasmante che rimarrà impresso negli occhi e nella nostra fantasia forse per sempre.

Come i grandi romanzi questa esplorazione è in grado di esprimere molteplici livelli di lettura, da quella più semplice della bellezza istintiva che si svela passo dopo passo, a quella scientifica delle forme geologiche, glaciali e botaniche, fino a quella più arcana e misteriosa dei toponimi, sassi buttati nell'acqua del tempo che si sono franti in molteplici ed indecifrabili riflessi.

Prati di Annibale Alto Appennino modenese, Monte Giovo
L'accesso ai Prati di Annibale

Il percorso inizia da una fine, quando termina la sottile linea di asfalto della strada comunale delle Tagliole allargandosi in un'orribile spianata asfaltata con righe blu, raro esempio di parcheggio a pagamento appenninico. Ma noi fermeremo la macchina un po' prima ed entreremo in questo approdo per turisti in punta di piedi e con gli occhi da entomologo.

Siamo infatti a una manciata di metri dal bellissimo Lago Santo modenese che in alta stagione richiama centinaia di turisti vocianti ignari del più complesso mondo che sta loro intorno. Peccato che il parcheggio sia a pagamento sempre, anche nelle autunnali giornate deserte, riversando così sui monti una logica aliena che non appartiene loro.

Questo vociare caotico, facce spaesate, abbigliamento inadatto svaniranno quasi immediatamente, appena varcate le Colonne d'Ercole dei primi sentieri. E forse anche Ercole è passato di qua a compimento della sua decima fatica attraversando Alpi e Appennini ed affrontando sfide e ostacoli con la mandria dei buoi conquistati al mostro Gerione.

Lago Baccio alto Appennino modenese
Lago Baccio

Lasciato il parcheggio raggiungiamo in poco tempo il Lago Baccio sopra il quale si apre il circo glaciale del Giovo Rondinaio. Qui tutte le guide locali si soffermano a decantare la somiglianza e le analogie con l'ambiente alpino quasi gli appennini fossero il dio minore delle catene italiane e non il contrario.
Qui di alpino non c'è proprio nulla, Appennino puro e nient'altro. Non  servono paragoni. L'antichissimo Dio Pen venerato dalle popolazioni liguri abita ancora fra queste rocce e ce ne accorgiamo semplicemente guardandoci intorno.

Il Lago Baccio riflette sulle sue acque la vertiginosa cresta di crinale che percorreremo, ma non la raggiungeremo subito, dopo il periplo delle sue acque ci dirigeremo prima verso la parallela e poco nota vetta del Rondinaio Lombardo. Cima "minore" che domina come una sentinella la profondissima Valle delle Tagliole e solo dal Rondinaio Lombardo possiamo godere di una visuale così completa.

Lombardo come le popolazioni del nord: non solo eserciti e generali, ma anche manodopera altamente specializzata come i maestri comancini che in queste zone hanno scolpito meravigliosi decori in case storiche e chiese. Le mani del famosissimo stile romanico appenninico.

Libro di vetta sul Monte Rondinaio Lombardo
Rondinaio Lombardo, libro di vetta

Continuiamo dirigendoci verso lo spartiacque adriatico-tirrenico fino alla vetta del Rondinaio. Qui la visuale sarà completamente diversa e ci troveremo alla sommità di un balcone privilegiato verso le Alpi Apuane e di fronte al tratto aereo ed esposto del Monte Giovo.

Questa parte di montagna assomiglia ad una fila di denti che sembrano pronti ad afferrarci: Altaretto, Grotta Rosa e finalmente il Giovo: una serie di saliscendi che culminano nel brevissimo tratto attrezzato di Grotta Rosa. Qui l'inutile catena arrugginita, che più che aiutare spaventava ulteriormente l'escursionista, è stata recentemente ripristinata e messa in sicurezza. Questo è il tratto più difficile, tre metri, non di più, dove ci misuriamo con l'abisso, col vuoto che pare risucchiarci come un gorgo verso le profondità del Lago Baccio ora ridotto ad una piccolissima pozzanghera sotto i nostri piedi.

sentiero verso il Lago Santo modenese
Verso il Lago Santo, Passo della Porticciola

Come tutte le escursioni che si rispettano l'emozione non si esaurisce nel punto più alto, ma continua anche verso valle, verso la discesa che ci riporterà al punto di partenza.

Dalla vetta del Giovo osserviamo il Lago Santo, nostra ultima meta che raggiungeremo fra altre due ore circa di cammino. Scendiamo ora verso il Passo Porticciola o Colla Bruciata e poi deviamo verso i Prati di Annibale. L'onnipresente condottiero dei fenici che ha costellato di leggende e toponimi tutto l'Appennino.

Sembra di vederli ancora gli accampamenti con gli ultimi elefanti sopravvissuti disposti lungo la verde spianata. Il vociare dei soldati ancora euforici per la recente vittoria sulla Trebbia in questo momento protetti dal Monte Nuda di fronte con il suo rossastro versante argilloso. Un accampamento vociante, ma perfettamente ordinato che arriva fino al Passo della Boccaia, porta di accesso al Lago Santo.

Lago Santo. Portatore di una leggenda di amore fra giovani pastori separati dall'odio locale. Un nome che si contrappone a quello del più alto Dio pagano che si riflette nelle sue limpidissime acque di antico ghiacciaio.

Riflessi del Monte Giovo sul lago Santo Modenese
Il Giovo si riflette sul Lago Santo

Le voci degli avventori dei rifugi si confondono ora con le storie narrate dai veterani di Annibale ancora accampati più in quota. Il sogno sfuma lentamente nella realtà fino al termine dell'itinerario che, ci accorgiamo, non si è svolto nello spazio, ma nel tempo.

Informazioni

 12,7 km Sì
 747 m 1991 m
 747 m 1440 m
 5-7 h Sì
 Esperti No
 N 44.143 E 10.590
Cosa significa?

L'Anello Lago Baccio, Rondinaio Lombardo, Rondinaio, Giovo, Prati di Annibale, Lago Santo è un itinerario per escursionisti esperti a causa di alcuni tratti esposti, un breve punto attrezzato e per le difficoltà di orientamento nelle non rare giornate di nebbia appenninica.

E' percorribile da primavera ad autunno verificando l'assenza di neve nei mesi più freddi e facendo scorta d'acqua nei periodi più caldi in quanto le fonti intermedie potrebbero essere inattive.

Il brevissimo tratto ferrato (2-3 metri di cavo) posto prima della vetta Grotta Rosa è aggirabile attraverso i sentieri toscani numero 26 e poi numero 28. Questa deviazione taglia la vetta del Giovo e si ricongiunge all'itinerario nei pressi del Passo Porticciola e comporta un ulteriore dislivello sia in discesa che in salita che aumenta i tempi di percorrenza di circa 20 minuti. Si tratta però di una deviazione che non ho mai percorso e che pertanto non sono in grado di descrivere nei dettagli. Se la fate fatemi sapere. 

Al Lago Santo sono presenti vari rifugi da cui è possibile ottenere informazioni molto aggiornate sullo stato dei sentieri, fra questi - senza nulla togliere agli altri - segnalo il Vittoria che grazie al suo gestore "Tex" impegnato nel Soccorso Alpino può essere una vera e propria miniera di consigli ed informazioni.

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