Estremo quotidiano | AppenninoBlues racconti di Appennino
Corno alle Scale

Estremo quotidiano

Sotto casa, ultima frontiera. L'esplorazione al giorno d'oggi può assumere una forma ancora del tutto... inesplorata. 

Estremo quotidiano è la ricerca di piccoli vuoti di spazio, di memoria o di entrambi, nella continuità della nostra giornata.
Un'esplorazione che non riguarda più le grandi distese bianche delle mappe geografiche o quei luoghi tanto pericolosi e affascinanti da meritare la sfida con l'ignoto, ma luoghi molto, molto più piccoli, luoghi che calpestiamo distrattamente ogni giorno: microcosmi racchiusi nell'apparente normalità del quotidiano.

estremo quotidiano: esplorazione dei luoghi sotto casa
A pochi minuti dal centro di Bologna pare di essere altrove...

Hic sunt leones si dice scrivessero gli antichi sulle loro mappe, fogli di pergamena che rappresentavano le terre nuove, appena intuite, ancora da esplorare. Là, in quegli spazi bianchi ancora da disegnare, vivevano infatti leoni o esotiche belve feroci. Leoni come simbolo di pericolo da affrontare per ottenere riconoscimenti e gloria. Il rischio di essere sbranati per soddisfare la sete dell'ignoto o della ricchezza.

Da allora è passato molto tempo e per noi che oggi affrontiamo viaggi in qualunque parte del mondo questo pericolo ci fa quasi sorridere. Non esiste area o luogo che non sia già esplorato e fotografato e possiamo andare ovunque, davvero ovunque, anche solo rimanendo in casa.

Un sottile strato di neve trasforma l'Appennino modenese in un paesaggio artico

Non serve più un viaggio vero e anche da fermi possiamo volare su qualsiasi punto del nostro globo. Non importa dove: poli, equatore, isole, deserti, vette, foreste, valli, quasi nulla può fermare il nostro occhio ad alta risoluzione. Molto bello, ma questa comodità ha un prezzo e la vittima è proprio la naturale sete di scoperta che così, piano piano idratata dalla comodità, quasi non la avvertiamo più.

Ma questi leoni esistono ancora. Sono sempre lì che ci guardano e sfidano, pronti ad afferrarci e sbranarci, a farci a pezzi oggi come tanto tempo fa. Sono ancora lì, ma hanno semplicemente cambiato il punto da cui farci l'agguato. Non stanno più là fuori, ma dentro di noi. Ben nascosti e mimetizzati, rimpiccioliti, ma quando li sentiamo ruggire il sangue ci si ghiaccia ancora.

Un campo di grano al vento può trasportarci dentro un dipinto

E li sentiamo tutte le volte che qualcosa vorrebbe farci uscire da uno schema, cose apparentemente piccole o insignificanti, ma di grandissimo valore in una continua e standardizzata quotidianità. Ruggiscono quando vorremmo fermarci per una fotografia lungo la strada, ma il tempo stringe e non lo facciamo; ruggiscono quando desideriamo andare da qualche parte, ma siamo i soli a volerlo e così nessuno, nessuno è con noi... e rinunciamo.

È questo l'estremo quotidiano, affrontare quasi ogni giorno questi leoni e non curarsi dei loro ruggiti, anzi, nutrirsi dei loro ruggiti. Ognuno questa sfida la colga a suo modo. Nel mio caso esploro gli spazi attorno casa, normalmente camminando o andando in bici, inventando avventure dove avventura apparentemente non c'è. Non è che sia tutto poi così facile.

In questo spazio web vorrei raccontarvi di questo, di queste eroiche piccole scelte.

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