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5 Valli Eliminator

5 Valli Eliminator - Bike trail nelle colline di Bologna

Un diario di 150 km di bike trail attraversando i meravigliosi colli di Bologna. Un'avventura vissuta in perfetta solitudine ed un ottimo pretesto per connettere storie.

Table of Contents

Per chi vive a Bologna le 5 Valli sono una mano che con le sue dita ha solcato il paesaggio creando luoghi in cui si intrecciano natura, storia e storie.

Idice, Zena, SavenaSetta, Reno. Da est a ovest sono queste le dita, sono nomi che a molti diranno poco o niente, ma sono nomi che nascondono straordinarie sorprese di paesaggi, vita e vicende che ancora sfuggono alla presenza della città su cui confluiscono.

Parto che è ancora buio, è la prima volta che lo faccio e tante saranno le prime volte che mi regalerà questo percorso. Pianoro scintilla nel nero con l'effetto di un autogrill sull'autostrada, non c'è traffico e mi immetto nella lungo Savena, prima valle, con le luci pubbliche che si interrompono. Davanti, sulla strada buia, è proiettato solo il cerchio di luce rotondo disegnato dal faro sul manubrio. Il primo compagno di viaggio sarà lui. In senso contrario qualche camion ruggisce nella notte.

Verso Monte Adone assisto all'alba, il sorgere del sole dopo il buio di inizio viaggio. Il disco infuocato appena circondato da nubi fa presagire una giornata limpida e fresca, mi fermo a metà della salita godendo di questo spettacolo, questa altra prima volta della mia carriera ciclistica. Niente male come inizio.

L'alba nei pressi di Brento, km 6

Si entra così nel Parco del Contrafforte Pliocenico, un mare fossile talmente vicino alla città da essere ignorato dagli stessi abitanti. Ce ne accorgiamo perché le ruote lasciano il solco su uno stato di sabbia, su una spiaggia vecchia di 5 milioni di anni, e nei pochi metri in cui è necessario spingere la bici a mano vediamo conchiglie fossili incastonate nella roccia, sono antiche ostriche che oggi nuotano in un mare trasformato in roccia verticale.

I sentieri per un po' diventano più difficili e l'umido della notte li ha resi scivolosi ed insidiosi. Bisogna fare attenzione anche se si è continuamente distratti da un paesaggio da favola. Il sole non è ancora abbastanza alto da illuminare tutti i versanti e si continua in una penombra incantevole. Il percorso si immette via delle Orchidee, nome favoloso, coincidendo con la Via degli Dei il trekking che collega Bologna con Firenze, ed è proprio qui che arriva una sorpresa: la traccia devia ed immette in un sentiero non segnato, praticamente sconosciuto.

In questo tratto una mano misteriosa si è presa l'incarico di indicarlo molto discretamente con una pittura rossa dandogli anche un nome "Sentiero delle Primule", chissà cosa lega questa mano a questo percorso. La deviazione è magnifica, il sentiero ha un fondo liscio, perfetto, pedalabile ed è una sottile linea che si insinua fra gli alberi, se si immagina un sentiero lo si immagina così.

5 valli eliminator - traversata delle 5 valli di bologna in mtb
Sentiero delle Primule, km 14

Il Contrafforte termina bruscamente nel minuscolo abitato di Battedizzo e da qui è già iniziata la discesa verso il Setta, la nostra seconda valle, il sentiero si è trasformato in asfalto per farci godere di una delle pochissime discese rilassanti di questo lungo e difficile viaggio. Mentre sfreccio verso il basso dall'altra parte del fiume appare il secondo gruppo di montagne da attraversare, è il Parco Storico di Monte Sole.

Varcato il Setta le strade tornano a stringersi e a trasformarsi in ripidissime rampe. In questo punto ci si immette nel tracciato di un secondo trekking la Via della Lana e della Seta che connette Bologna e Prato ripercorrendo la storia commerciale e industriale delle acque di queste due città, ma ne parlerò più tardi.

traversata 5 valli mtb- salita monte sole
Inizia la salita per Monte Sole, km 22

La salita verso il Monte Sole sulla carta è la più difficile, ma da dove sono partito la trovo praticamente all'inizio del viaggio, le energie sono ancora tante e so bene che la vera fatica arriverà poi. Monte Sole è un monumento alla memoria, è una storia tragica di eccidi e mentre si scavalca questo versante, complice anche la solitudine, il pensiero torna quegli eventi, al contrasto fra allora e l'attuale piacere dello scorrere delle ruote verso il paesaggio attorno.

Quando finalmente si arriva nel valico fra Monte Sole e Monte Caprara, il culmine della scalata e punto più alto del percorso, quella terribile memoria torna a farsi viva con prepotenza. Le case distrutte di Caprara, il cimitero di Casaglia con ancora i fori di proiettili sulle croci e la sue chiesa sventrata sono lì a due passi, a qualche centinaio di metri. Non si può fare finta, non si può ignorare.

Da questo valico si scende verso il Reno, terza valle, e per farlo percorriamo il "Sentiero del Postino", il tratto più impegnativo fino a questo punto. E' un percorso ripido, sassi smossi, curve strette, il fondo ancora umido e scivoloso. Il postino ha un nome, Angelo Bertuzzi, testimone di quegli eventi, che nel periodo della guerra consegnava le lettere agli abitanti delle piccole frazioni disperse sui monti, frazioni che oggi non esistono più. La voce del Postino che ricorda tutti i nomi delle famiglie scomparse la ritroviamo in alcune testimonianze on line.  

5 valli eliminator mtb- sentiero del postino e sperticano
Sperticano dal Sentiero del Postino, km 33

A metà della discesa è impossibile non fermarsi per l'emozione: il piccolissimo abitato di Sperticano con la chiesa rosseggiante e la fontana coi pesci pronta a dissetarci appare piccolo fra gli alberi, il letto del Reno sembra lontanissimo e fra quelle anse si nasconde anche l'etrusca Kainua, antico ponte fra il Tirreno e l'Adriatico, la città da cui discende l'attuale Marzabotto.

Le ruote filano veloci lungo lo sterrato in lieve pendenza del Reno e da qui fino a Bologna sarà la storia delle sue acque a farci compagnia. A Marzabotto varchiamo la famosa "passerella", un vanto turistico della città a giudicare dalle cartoline del 1930. E' un ponte pedonale sospeso sul fiume, da poco restaurato fu costruito a fine ottocento come opera di supporto alla nuovissima ferrovia Bologna Pistoia. Grazie alla passerella la stazione era così raggiungibile anche dalle meravigliose frazioni al di là del fiume. La tentazione di fare avanti e indietro su questa sottile piattaforma è forte, ma la strada è troppo lunga per poterselo permettere.

Passerella sul Reno a Marzabotto - Traversata 5 Valli in mountain bike

Con qualche deviazione asfaltata ci manteniamo sempre a vista del fiume raggiungendo Pànico, dove da una curiosa fontana a pompa potremo riempire la nostra borraccia con alcune bracciate, poi Lama di Reno con murales sulla vecchia cartiera ed infine Fontana, un paese che deve il suo nome ad una meravigliosa villa oggi quasi inghiottita da costruzioni moderne.

Dopo un piccolo tunnel ci si ritrova stretti fra la ferrovia a destra e l'incombente Rupe di Sasso Marconi a sinistra in una specie di forca caudina. Esattamente sopra di noi scorre la statale Porrettana ed in questo punto la memoria torna ancora ad una strage, una strage bianca. La tragedia annunciata si consumò in una notte del giugno 1892 dove le famiglie di cavatori che letteralmente abitavano nelle viscere del Sasso furono travolti da una frana per le rocce indebolite dagli scavi.

Queste rocce precipitarono anche su di noi interrompendo il tracciato della ferrovia. Oggi percorrendo la statale osserviamo distrattamente gli archi di pietra che adesso sorreggono il monte, ma diverse foto testimoniano il reticolo di quelle abitazioni scomparse di povera gente che come tane penetravano nella pancia della montagna.

Il Reno è pervasivo e ci emozioniamo varcando il piccolo ponte di Vizzano, sospeso come il ponte di Brooklyn per resistere alle piene e stretto come una strada di alta montagna. Anche la storia di questo varco merita di essere ricordata. E' una storia antica fatta di dinastie di barcaioli che per tanto tempo hanno traghettato persone, animali, merci da una sponda all'altra del fiume, una storia di ponti costruiti e distrutti da piene e guerre e anche di una rivendicazione sociale per permettere ai bambini di raggiungere agevolmente la scuola al di là del fiume.

ponte di vizzano - traversata delle 5 valli in mtb
Ponte di Vizzano, km 52

Da questo ponte inizieremo ad incontrare una serie di opere idriche che hanno fatto di Bologna una capitale mondiale preindustriale, con mulini, filande, opifici. La presa dell'acquedotto romano ancora funzionante è a circa un chilometro da qui, poi canali, chiuse, manufatti che resero la città addirittura navigabile. Ricordiamo anche che le navi di Bologna sconfissero la Serenissima alle foci dello stesso Reno. Anche noi come acqua scivoliamo prima verso la corte medioevale di Palazzo Rossi con il suo lungo viale di platani, poi verso i laghi Curiel derivati da cave di ghiaia ed infine dentro al verdissimo Parco della Chiusa.

All'ingresso del parco si varca il Reno per l'ultima volta per poi salire in un'impennata verso Monte della Guardia, il faro di Bologna, la Basilica di San Luca. Dal bellissimo santuario inizia il porticato più lungo del mondo. 666 arcate senza interruzione fino all'ingresso della città. Peccato che non lo possiamo percorrere in bici, ma a metà della discesa la strada lo interseca e così possiamo godere della prospettiva degli archi. La strada ha anche una grande storia ciclistica e non è raro imbattersi in nomi di campioni tatuati a vernice sul terreno.

5 valli di bologna in mountain bike - San Luca
Portico di San Luca, km 64

Anche se il tracciato ci manda sui viali ciclabili, consiglio di trasgredire entrando nel centro attraverso Porta Saragozza, Via Saragozza, Piazza Maggiore e Via Indipendenza. L'itinerario sarà ancora più emozionante e il chilometraggio identico. Poi sarà il labirinto delle piste ciclabili a condurci fuori dalla città verso le ultime terribili salite. Piste ciclabili costruite senza criterio, sempre ad esposizione di sportello e con incroci assurdi di traffico. Chi le propone e le progetta in bici non ci è mai andato.

In questo dedalo di periferia e non luoghi la nostra concentrazione sarà presa a seguire la traccia, ad intuire i passaggi fra marciapiede, giardini e svincoli. E' comunque molto divertente. Per un bel tratto non si capisce dove siamo poi, improvvisamente, riappare l'acqua. E' ancora il Savena e le 5 Valli cominciano a riprendere forma.

Seguendo il fiume si raggiungono così San Lazzaro e Ponticella da cui inizia una nuova salita violenta che conduce all'ingresso del Parco dei gessi bolognesi e calanchi dell'Abbadessa. Questo è il territorio di Luigi Fantini un illustre scienziato autodidatta che ha dato tanto alla scienza e alla città esplorando impressionanti reticoli di grotte e fotografando le architetture ormai perse del nostro Appennino. Le ruote pestano il gesso, cristalli di selenite che scintillano al sole.

E' davvero curioso trovarsi di fronte al Buco delle Candele dove i cristalli di gesso hanno scolpito queste forme verticali, alla Palestrina da dove forse già i romani cavavano la pietra e poi alla famosa Cava a Filo, dove lo stesso gesso assume tagli netti e geometrici per via delle estrazioni proseguite fino agli anni 60. La base delle Due Torri di Bologna è costruita con il gesso che proviene da questa zona.

5 valli eliminator mountain bike - buca delle candele
Buca delle Candele, km 82

Si scende ripidissimi verso il torrente Zena, quarta valle, ma è solo un piccolo assaggio. La bellissima Val di Zena è fra le zone più selvagge ed incontaminate di Bologna, ma la vivrò più tardi completamente immersa nel buio e sarà un'esperienza del tutto nuova.

Lo Zena per ora è solo un piccolo attraversamento che ci conduce attraverso una delle poche salite rilassanti dell'itinerario quella di Casola Canina ed i suoi calanchi affilati che cavalcheremo in cresta. Per chi non li conosce i calanchi sono piccole montagne mutevoli, dopo ogni stagione, dopo ogni forte pioggia la loro forma è sempre un po' diversa e percorrendo gli stessi itinerari più volte ci si stupisce di come queste terre colorate di ruggine siano in grado di cambiare lentamente forme e prospettive.

Casola Canina sembra solo un casolare in cima ad un colle, un punto di segnalazione della fine della salita, ma in realtà è molto di più. Era un paese con una grande pieve che fu completamente distrutto dai bombardamenti della Seconda Guerra. Oggi non rimane praticamente nulla se non ruderi e resti di un cimitero. Non raggiungeremo questi luoghi perché poco prima devieremo in discesa per raggiungere il fiume Idice, la quinta valle.

Casola Canina traversata delle 5 valli di bologna in mountain bike
Calanchi a Casola Canina, km 93

Sono alle porte del chilometro 100 e la fatica comincia a farsi sentire. Guardando le altimetrie si devono ancora valicare quattro denti che sembrano montagne altissime. Vista adesso nel pieno dello sforzo la tabella altimetrica è molto diversa dalla partenza, sembra amplificata. Qualcosa dai conti non torna e me ne accorgerò solo più tardi.

La valle dell'Idice scorre veloce, si inizia da una sterrata perfetta, bianca e larga, senza buche. La strada finisce quasi all'orizzonte convergendo ad un punto di fuga che raramente è visibile nelle serpeggianti strade collinari. Sono un po' stanco, ma essere qui è un piacere di cui riesco ancora a godere. So che presto questo stato di grazia finirà, è la caratteristica dei trail, percorsi bellissimi, ma lunghi e duri che si concludono spesso con sofferenza.

5 valli eliminator - strada lungo Idice
Strada di Mercatale, km 96

Un po' di asfalto, pochissimo, e poi si sale ancora. Questa volta si imbocca la Flaminia Minor, l'antica strada romana di collegamento fra Bologna e Arezzo. Non tutti gli storici sono concordi sul suo tracciato, ma l'emozione di percorrerla è fortissima.

La salita non è ripida, ma il fondo di mulattiera sassosa è tecnico e difficile da percorrere. A vederlo non sembra, ma la bici salta come un cavallo imbizzarrito, si consumano molte energie a stare sui pedali e a questo punto del viaggio può essere un problema.

Ho già percorso molte volte questa sterrata, ma mai con così tanti chilometri sulle spalle. Provo una sensazione diversa, la bellezza per un po' sparisce, scattare una foto diventa una scusa per fermarsi, scendere dalla bici diventa una liberazione e sebbene l'ultimo tratto sia il più facile decido di percorrerlo a spinta.

Cinque valli in mtb, Flaminia Minor
Tratto finale della Flaminia Minor, km 102

La salita non finisce, ma continua superando Ca' del Vento con una invitante insegna di trattoria ed un paese che non conosco anche se ricordo di aver percorso la stessa strada in senso inverso, Montebugnoli. Ho un po' di difficoltà ad individuare l'innesto del sentiero in discesa per un piccolo intrico di strade private e recinzioni. La discesa avviene fra altri calanchi e pascoli di animali, un cancello deve essere aperto e richiuso ed i trattori hanno reso la discesa molto vibrata e difficile da percorrere, si scende, ma non c'è alcun relax, non c'è alcun riposo.

Mi accorgo di essere nella valle del Sillaro, sesta valle delle cinque valli. Ecco cosa non tornava dell'altimetria! Impreco verso gli organizzatori, ma in realtà sono fiero per l'impresa che sto compiendo.

Raggiungo l'asfalto e si inizia ancora a salire. Mi fermo un po' a tirare il fiato. Sdraiato in mezzo alla strada c'è un cane a testimoniare lo scarso traffico. L'ho incuriosito, si avvicina, mi annusa un po' e torna a sdraiarsi dov'era prima quasi annoiato. Sarebbe stata una bella foto, ma sono troppo stanco per scattare, ho fame e la strada è lunga.

Salita d'asfalto, ma dura, durissima. So che accanto a questa strada ci sono le "Salse del Dragone" un vulcanetto che erutta fango misto a petrolio e metano. Si vede anche la chiesa di Sassuno, raggiungerla fu un'avventura di qualche tempo fa dove percorsi queste strade all'inverso. Con questi pensieri tengo duro e la salita finisce, ancora discesa non facile ed arrivo a Monterenzio dove riesco a mangiare qualcosa, torna l'energia e torna di nuovo l'Idice.

Ora si va verso Monte delle Formiche; si chiama così perché ogni anno, a settembre, migliaia di formiche alate si danno appuntamento qui per la loro ultima danza nuziale. Dopo l'accoppiamento i maschi muoiono cadendo sul selciato della chiesa da cui vengono raccolti, benedetti e donati ai fedeli. E' l'antichissimo e misterioso rito di Santa Maria Formicarum di origine pre romana.

Al culmine del monte il sole è già sceso da un po' ed è necessario riaccendere il faro, mi attende un ripido e lungo single trek nel bosco che fatto alla luce artificiale assume un'emozione del tutto nuova, ho già pedalato al buio in tanti altri percorsi, ma mai da solo, mai in discese di questo tipo. Riesco a rimanere sempre in sella alla bici, forse il buio fa vedere le difficoltà più attenuate. E' una vera e propria entrata trionfale nella val di Zena.

La salita verso Livergnano è l'ultima, non la più dura, ma la più lunga, ancora 15 chilometri di fatica e poi sarà solo discesa verso casa. La fatica diventa però quasi insopportabile, ma improvvisamente è alleviata dal sorgere della luna. Questo è un fenomeno che non avrei mai creduto di vivere ciclisticamente.

alba di luna sulla 5 valli eleiminator.
Alba di luna a Zena, km 130

Il santuario di Monte delle Formiche è una specie di faro perfettamente riconoscibile anche da lontano, sento il rintocco delle sue campane e forse è quel suono a dare un po' di spinta al mio arrancare. La salita sta quasi per finire e anche se il GPS indica una pendenza del 2% sembra di scalare la più ripida delle montagne. Livergnano con le sue luci, quando lo raggiungo, assomiglia al paradiso.

Di fronte al piccolo museo della Linea Gotica scavato nella roccia c'è l'ultima fatica: uno strappo violento e breve come ultimissimo diaframma da rompere prima della certezza della discesa finale. E' il museo stesso a darmi la distrazione per terminare un'altra impensabile salita. Le sue porte non contengono solo reperti di guerra, non narrano solo la vicenda di John Richardson Cordeiro de Silva il pilota brasiliano abbattuto su questi monti, ma anche l'affascinante storia di Giuseppina Luigia Gubellini, una donna scienziato in anticipo sui tempi che proprio qui portò alla luce quella che oggi è la collezione di foglie fossili più grande al mondo. Livergnano sembra un luogo di incontro di nomi lunghi e pittoreschi.

foglia fossile gubellini
Foglia fossile della collezione Gubellini

Ora è solo discesa, non si vede l'incredibile e vertiginoso panorama del Contrafforte Pliocenico, ma assisto ad un'altra grande emozione. Sulla strada bianca normalmente liscia vedo alcune pietre aguzze che non dovrebbero esserci, le schivo, ma si muovono di scatto! Sono uccelli che non riconosco, sono posati a terra e appena la ruota si avvicina a loro, 10 o 20 cm non di più, schizzano via in volo sfiorandomi la faccia forse accecati dal faro. L'episodio si ripete quattro o cinque volte, non è casuale.

Gli ultimi 12 chilometri sono il biliardo asfaltato della lungo Savena che riporta all'inizio. La 5 Valli Eliminator è un serpente che si morde la coda, finisce, ma non è una fine, è un nuovo inizio. Viene da pensare alle lacrime di Alex di un romanzo che vi lascio indovinare, come un Girardengo un po' più basso e rock, che si avvicina a casa. Se gli vedete gli occhi bagnati non è un pianto, è solo la velocità.

Informazioni

altimetria 5 valli eliminator mountain bike 2020
 146,9 km Sì
 3838 m 588 m
 3838 m 47 m
 12-15 h Sì
 Difficile Sì
 N 44.502, E 11.345
Cosa significa?

5 Valli Eliminator è un bike trail molto impegnativo. E' necessario essere allenati per le lunghe distanze e ne risulterà comunque un itinerario parecchio faticoso. Nessuno ci vieta di spezzarlo o di prenderlo come riferimento per itinerari alternativi.

E' percorribile durante tutto l'anno, ma sconsigliato con le giornate corte per via del lungo tempo necessario a completarlo, sconsigliato dopo forti piogge per via di tratti fangosi e sconsigliato anche nelle giornate molto calde per via della maggior fatica. Con fondo scivoloso le discese possono risultare impegnative, bisogna anche valutare la stanchezza come fattore di perdita di lucidità.

Può essere iniziato da qualunque punto (qui ho scelto Pianoro anche se leggermente fuori traccia per praticità visto che abito lì), ma è da percorrere in senso orario.

Fari anteriori e posteriori, batterie di ricambio o power bank, set di attrezzi, kit di riparazione ruote sono indispensabili per muoversi in sicurezza. L'acqua si recupera agevolmente durante il percorso.

Download

L'itinerario cartografato e la traccia GPX partono da Bologna centro. Nella descrizione sono invece partito da Pianoro allungando così il percorso di circa 10 km. Essendo un anello la partenza può essere scelta in qualunque punto.

Scarica la traccia

Scarica la mappa [6 pagine, 21 MB]

La mappa rappresenta con diverse colorazioni i principali tipi di terreno: sentiero, sterrato, asfalto e indica le principali emergenze storiche e naturali presenti sul tracciato.

Crediti

5 Valli Eliminator è un mountain bike trail di esplorazione delle colline di Bologna nato nel 2016 che nasconde, dietro un nome a prima vista aggressivo, un universo di luoghi splendidi, sentieri e strade quasi sconosciute accuratamente scelte per vivere al massimo la passione del ciclismo fuori strada.

A detta degli organizzatori di Rupex Asd è un percorso "molto duro, ma fattibile" nato per proporre il "meglio dell'off road presente nella nostra zona".

La formula è quella del bike trail senza supporto con bici preferibilmente muscolare, ovvero un ritrovo comune per la partenza e poi via ognuno con il proprio passo, non c'è gara, non c'è classifica, non ci sono premi, non ci sono avversari: incontreremo solo compagni di viaggio. Persone il più delle volte sconosciute che per un po' condivideranno con noi fatica, speranza, emozioni, magari alleviando gli inevitabili momenti difficili e di sconforto.

Nel 2020 a causa di norme di disintegrazione sociale è stata proposta la formula diffusa, senza ritrovo comune: la "5 Valli Eliminator pandEPIC edition". Nel mio caso un imperdibile pretesto per vivere questo duro percorso in solitudine, senza cioè il formidabile aiuto dato dai compagni di viaggio. Un estremo quotidiano, per questa volta più estremo del solito.

Un premio a dire la verità c'è: essere nominati da Rupex "5 Valli Terminator"!

Fra queste tante storie raccontate ringrazio il Terminator Luca Beccari per le notizie sul Sentiero del Postino e l'archeologo del Parco Museale Val di Zena Lamberto Monti per la storia di Luigia Gubellini. Un ovvio grazie va anche ai Rupex ASD senza i quali non avrei mai conosciuto la dimensione dell'endurance in MTB.

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